Che il caro biglietti sotto feste sia un problema sentito dalla comunità di fuorisede calabresi è cosa ormai nota. Fioccano, infatti, tra novembre e dicembre decine e decine di screenshot riportanti le tariffe assurde applicate da Alitalia e Trenitalia sulle ‘tratte’ nord-Calabria.
Più si avvicina il Natale più le bacheche social si intasano con impietosi foto-confronti tra il prezzo del volo Milano-New York e quello del Milano-Reggio Calabria.
Con gli stessi soldi me ne vado in America, tuona il fuorisede incazzato.
È il gioco della domanda e dell’offerta, ci si sente rispondere dai sapientoni della macroeconomia. Non fosse che ogni anno dalla Calabria emigrano stabilmente per motivi di studio e lavoro decine di migliaia di persone e che questa ‘domanda’ sia destinata a gonfiarsi sempre più a fronte di un’offerta di soluzioni di viaggio sempre uguale.
Le leggi dell’economia sono spietate, si sa, ma qualche volo o treno in più, considerata la proporzione del fenomeno migratorio sud-nord, non farebbe certamente male.
Fuorisede costretti ad organizzarsi ogni anno sempre prima per trovare prezzi accessibili e gruppi Facebook dove pullula la borsa nera dell’offro-cerco posto in macchina per scendere in Calabria a Natale.
È in questo contesto a dir poco apocalittico che nasce la richiesta, un po’ provocatoria, di un gruppo di fuorisede calabresi a Roma in occasione dell’imminente Black Friday.
“Non ce ne frega un ca*** degli sconti su smartphone e lavatrici, dite a Trenitalia e Alitalia di fare il 50% sui biglietti del treno e dell’aereo!”
Già, una provocazione, ma neanche tanto. Considerata la miopia e la sordità della classe politica di fronte a un fenomeno di proporzioni bibliche.
Un’autentica marea umana che chiede soltanto di trascorrere il Natale a casa, in Calabria.
“Fate il Black Friday sui biglietti, altro che la bici elettrica e l’aspirapolvere”.
E anche a noi abbassare i prezzi per un giorno, o aggiungere qualche aereo o treno in pianta stabile, sembrerebbe una cosa buona e giusta.