Fernando Botero, il genio che unisce Medellin a Gioia Tauro.
Pittore inquieto, costantemente alla ricerca di una sensualità applicata oltre che predicata.
Uno dei massimi artisti contemporanei che abbiamo avuto la fortuna di intervistare per questo speciale natalizio de “Lo Statale Jonico”.
Ci ha accolto nella sua casa di Gizzeria, è qui che infatti il maestro opera a Natale perché ci svela subito:”Le mie figure grasse? Merito del Natale in Calabria. Qui si arriva di 70 kg e si riparte solo una volta superato il quintale!”
Non ha peli sulla lingua Botero, che si dimostra esaltato dall’esasperazione della nostra cucina regionale:”La mia inquietudine estetica mi porta a cercare di comprendere perché facciate tutto sempre ripieno! I vostri corpi diventano sensuali giacché, dopo le abbuffate del 24 sera, caricate pure il 25 e il 26. E se il 27 avanza qualcosa, menate con un altro pranzo natalizio che cerca di passare nell’anonimato. È tutto stupendo, grottesco e paradossale.”
Maestro, ma perché ritiene che la dilatazione delle forme e il continuo incremento di portate generino sensualità?
“Semplice, perché emerge senza tabù il piacere di calarsi una soppressata sana o di finire, piano piano, tutti i torroncini contenuti in una coppa da trenta. Un micidiale gioco di sguardi con il cibo che culmina nei piaceri assoluti del tatto e del gusto. Un gusto che si perde infine, travolto da sapori che spaziano dalla frittura di pesce ai cicoli. Sì, posso dirlo, il Natale in Calabria è la mia massima fonte d’ispirazione.“