Finalmente la decisione è stata presa: sarà una équipe di zie calabresi, duramente addestrate negli interrogatori dei nipoti fuorisede, a coadiuvare l’FBI negli interrogatori dei più pericolosi terroristi richiusi a Guantanamo.

Ad annunciarlo è stato lo stesso Presidente Trump a margine di una riunione del gruppo di sicurezza nazionale.

“Nessuno riesce a non crollare davanti alle miriadi di domande delle zie calabresi. Hanno una dialettica e un ritmo che porterebbe allo sfinimento chiunque”.

Spiega il responsabile della prigione più famosa degli USA.

“Neanche i nostri migliori agenti dopo anni di addestramento sono riusciti a raggiungere quei livelli di intensità. Quando iniziano con la raffica di domande, non si fermano finché il sospettato non è completamente crollato”.

Ne sanno qualcosa i nipoti calabresi, specie i fuorisede di ritorno per le vacanze, di cosa significhi finire sotto le grinfie di una zia.

“Hai mangiato? E dove mangi? Vuoi la pasta? La vuoi con la salsa? Mangi qua? Che ti faccio per pranzo? Vuoi la pasta con la salsa?” E via discorrendo, in un crescendo di domande concatenate, ripetute fino all’ottenimento della risposta desiderata.

Non c’è altra soluzione per l’interrogato che assecondare ogni richiesta. Confessare tutto e subito pena l’esaurimento nervoso definitivo.

“Sono le migliori del mondo!” afferma euforico Trump.

“Contiamo di risolvere centinaia di cold case”.

E noi non possiamo che confermare la bontà della scelta. Pena essere tempestati di domande.