Decidere all’ultimo secondo di cambiare il proprio programma di viaggio, o anche semplicemente esservi costretti da un’emergenza, è un lusso che non tutti i calabresi possono permettersi.
È ormai risaputo come non pianificare da mesi itinerari di andata e ritorno, possa tramutarsi in un autentico salasso per le tasche dei fuorisede.
Per un calabrese non è possibile decidersi all’ultimo minuto, magari in attesa di un’autorizzazione ferie: bisogna prenotare per tempo, specie ad agosto e a Natale.
Ne sa qualcosa Francesco P., 35enne originario del reggino, tanto previdente nell’acquistare già da settembre scorso il biglietto aereo Roma-Reggio, quanto incosciente nell’affidarsi a un ritorno ‘aperto’.
“Vivo a Roma da dieci anni ormai, ma quest’anno ho cambiato lavoro. E se ho potuto organizzare l’andata con largo anticipo viste le festività, sul ritorno mi sono voluto tenere libero. Perché effettivamente non sapevo da prima quando sarei dovuto rientrare in ufficio. Se tra Natale e Capodanno o dopo l’Epifania”.
Una libertà che, però, a Francesco è costata cara.
Perché quando ha sciolto le sue riserve, ovvero il 28 dicembre, i biglietti erano nel frattempo andati a ruba e quelli rimasti avevano dei costi esorbitanti.
Da qui la dolorosa decisione: vendere un rene per potersi pagare il biglietto per rientrare a Roma.
“È un errore mio e me ne assumo le conseguenze. Avrei dovuto farlo prima, o eventualmente farne due e buttarne uno. Mi sarebbe sicuramente costato di meno”.
Francesco, infatti, deve rientrare al lavoro tassativamente il 7 gennaio pena una pessima figura con i colleghi e con il capo.
“Sicuro non mi rinnoverebbero il contratto. Che in questo momento per me conta più del rene”.
Una storia triste, insomma.
Comunque vada Francesco perderà qualcosa.
Una punizione forse troppo severa per un errore, sì grave, ma che in qualsiasi altra parte d’Italia sarebbe costato sicuramente molto di meno.