Momenti di tensione stamattina all’Aeroporto dello Stretto per i passeggeri del volo Reggio-Roma.
Imbarco completato, quindi la mitica frase che dà inizio alla delicata fase di decollo: “Cabin crew prepare for take-off”.
Tutti seduti, cinture ben allacciate e gli assistenti di volo che terminano di illustrare le procedure di emergenza.
Fiato sospeso, siamo pronti per partire.
Eppure l’aereo già in fase di rullaggio ha qualche problemino. Mostra segni di fatica.
Poi una voce interrompe la tensione in cabina: “È il comandante che vi parla. Stiamo per procedere al decollo, grazie per aver scelto di volare con voi. Per inciso: ma quanto cazzo avete mangiato?”
Già, perché l’aeromobile procede sulla pista a scatti, sembra zavorrato, i motori spingono al massimo ma il velivolo non reagisce come dovrebbe.
Non si carrìa, come si dice in linguaggio tecnico.
I passeggeri intuiscono che c’è qualcosa che non va e iniziano a guardarsi l’un l’altro preoccupati. Il panico inizia a serpeggiare tra i sedili.
Il comandante da un altro tocco di gas, vuole capire se l’aereo è in condizione di decollare. Dalla Torre di Controllo non si accorgono di nulla, il problema è interno all’aereo. È nel suo peso spropositato.
“Abbiamo il via libera al decollo, tentiamo”
Un’altra spinta ma niente, l’Airbus sembra non abbia nessuna intenzione di staccarsi da terra.
Siamo al terzo tentativo fallito di decollo.
“Restiamo a terra e ci dividiamo su due aerei”, arriva infine la decisione del comandante.
Scendono cinquanta persone dal mezzo, il pilota promette: “Ripasso a prendervi più tardi”.
“Signore e signori, quanto cazzo avete mangiato. Io non me la sento!”