“È bellissimo, è come tornare al tempo dei nostri nonni. Un autentico tuffo nel passato!

È entusiasta Dorina Muredof, decana dei tour operator della bassa Baviera, appena sbarcata all’aeroporto di Lamezia.

L’hanno appena informata che superate le otto di sera, in inverno, non c’è il bus per la Stazione ferroviaria. Dovrà prendere un taxi o avventurarsi a piedi.

“È davvero emozionante, sembra di vivere a Dresda nei mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale!”

E così Dorina, a capo della delegazione dei circa 150 agenti di viaggio accorsi dalla Germania per visitare le bellezze della Calabria, decide di avventurarsi nei dintorni dell’aeroporto.

“Siamo riusciti ad arrivare alla stazione sparpagliati, un po’ grazie a dei passaggi, un po’ a piedi. È stata una marcia degna dei più arditi avventurieri del Novecento”, sorride la 56enne teutonica.

“Qui siamo tutti allenati, non ci fermiamo certo di fronte alla avversità!”

Ma è quando le si chiede delle potenzialità turistiche della punta dello Stivale che Dorina diventa un fiume in piena.

“A primo acchito direi che è il posto ideale per dei safari, guardi le strade e la vegetazione che invade da ogni parte la carreggiata, ma non escluderei dei veri e propri tour a tema, magari delle rappresentazioni storiche post belliche. Tra ruderi e case non finite, gli scenari non mancano. Sembra tutto fresco di bombardamento! I miei connazionali sarebbero ben felici di vedere come si viveva quaranta o cinquanta anni fa, nel Novecento.”

Si aprono, dunque, nuove prospettive e diversi target turistici per la nostra regione. Un focus che si sposta dalla bellezza delle spiagge all’arretratezza del suo hinterland.

I tour operator tedeschi non sembrano certo sconfortati di fronte alle brutture e alle inefficienze.

“Qui pare non funzionare niente. Sembra tutto affidato al caso e all’organizzazione dei singoli. Parenti e amici che ti vengono a prendere in aeroporto altrimenti te la devi fare a piedi, e parenti e amici, gli stessi, che hanno tirato su villette e palazzi da soli, in barba alle autorizzazioni e al piano regolatore. E quando hanno finito i soldi hanno lasciato tutto a metà, senza che nessuno dicesse nulla. È una forma nuova di anarchia e autarchia cui non siamo abituati in Germania, è tutto così poetico…”

Chiude con un sospiro sognante, Dorina, mentre a noi resta da sperare che in mezzo ai turisti, dalla Germania, arrivino anche amministratori pubblici, dirigenti d’azienda e magari generali dell’esercito che invadano la Calabria e la traghettino finalmente nel Ventunesimo secolo.