“Una scoperta da togliere il fiato, una di quelle che ti cambiano la vita”.
È visibilmente scosso, Antonio, le gambe ancora gli tremano per l’emozione.
“Per giunta così vicino casa, non me lo aspettavo proprio. Cosa altro mi sono perso?!”
Gia, cosa altro si è perso il 33enne fuorisede calabrese nei suoi 9 anni a Roma.
In tanti come lui, si trasferiscono al centro-nord, ma rimangono con uno – e a volte due – piedi in Calabria.
Frequentano con amici di giù, mangiano roba di giù, parlano sempre di giù e vorrebbero, infine, tornare a vivere giù.
Sono migliaia i fuorisede calabresi che si rifiutano di integrarsi nella città dove si trasferiscono e mantengono le stesse identiche abitudini di quando vivevano in Calabria.
E invece accade l’imprevedibile. Ed è così che, in una tiepida giornata di gennaio, Antonio scoprì l’esistenza dei supermercati a Roma.
Colpa di un disguido postale e di un pacco da giù che non arriva puntuale, come ogni due settimane, il venerdì pomeriggio a Battistini.
Antonio allora, roso dai morsi della fame, scende sotto casa e come un orso famelico va in cerca di cibo. Di volgare cibo non preparato e precotto in Calabria.
E colpo di scena, trova lui: un supermercato fornito di ogni prelibatezza. Carne di primo taglio, olive (ci sono anche quelle calabresi) e banco salumi e formaggi da far venire l’acquolina in bocca.
Ebbene sì, c’è vita gastronomica anche fuori dalla cucina di mamma e dal macellaio di fiducia.
Antonio lo scopre, suo malgrado a 33 anni suonati, di cui dieci vissuti in Capitale.
“Quante altre cose mi sono perso in questi anni”, sorride e piange allo stesso tempo.
Perché non è mai troppo tardi per tagliare il cordone ombelicale con mamma Calabria.