Potrebbe arrivare da un’arzilla nonna calabrese di Ionadi la cura per il temibilissimo Coronavirus.
“Ho sempre trattato così i miei fratelli, poi i miei figli e infine i miei nipoti. E siamo tutti sopravvissuti a tutte le malattie“.
È sicura Mariuccia, 87 anni, sorella maggiore di 12 fratelli, madre di 8 figli e nonna di 14 nipoti.
“Erano altri tempi, ci ammalavamo ogni due e tre, e io curavo tutti allo stesso modo: acqua e lauro per i dolori di pancia, aceto sulla fronte per la febbre.”
Hanno superato così tutte le influenze e le infezioni batteriche lei e i suoi familiari, dalla Spagnola alla Sars.
Una parte importante del suo trattamento è riservato alla dieta.
“Pastina quando stai male, e uova sbattute in fase di ripresa”.
Con un efficienza del 100%, l’anziana è sicura di poter combattere il Coronavirus.
“Me la vedo io”, assicura tutti.
Dovesse arrivare in Calabria, il virus troverebbe insomma pane per i suoi denti.
E non soltanto gustose polpette.