La fiducia, quella bella.
Un uomo febbricitante, che dovrebbe chiedere soltanto aiuto immediato, di qualsiasi tipo e da qualsiasi persona o struttura provenga.
Un uomo in preda a tosse cronica e febbre alta che invece chiede di tornare a casa sua, una casa in questo caso distante quasi 10.000 km.
È la storia del primo caso sospetto calabrese del Coronavirus. Un cinquantenne da poco rientrato dalla Cina, che piuttosto di farsi ricoverare in Calabria chiede di tornare subito nel suo paese.
Nel centro dell’epidemia.
“Riportatemi in Cina”, sono state le sue parole non appena varcata la soglia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.
Meglio farsi curare a Wuhan che qui!