“Perché offre una testimonianza unica ed eccezionale rispetto ad una tradizione culturale sinonimo di civiltà, rappresentando un esempio di dialogo sociale all’interno di una comunità”.
È con queste pregevoli motivazioni che l’Unesco ha conferito questa mattina a Reggio Calabria il titolo di città patrimonio dell’Innesco.
“Per le sue bombe nelle serrande, per le taniche incendiarie abbandonate davanti ai negozi, per gli ordigni azionati a distanza e i vari tipi di esplosivi utilizzati”
Decenni di intimidazioni, di porte sfondate e incendi domati a stento dai pompieri.
Anni di deflagrazioni nel cuore della notte, detriti sparsi in un raggio di duecento metri e bombe intelligenti che colpiscono l’obiettivo con precisione senza coinvolgere vicini e passanti.
Una continua ricerca sui materiali utilizzati e sul mimetismo degli autori e degli involucri.
Azioni e gesti che evidentemente non sono stati vani e non sono passati inosservati.
Un riconoscimento, insomma, frutto di un lavoro e di un sacrificio ormai secolare.
“Siamo soddisfatti e fieri – esordisce il presidente dell’Ente del Turismo calabrese – la Calabria entra finalmente nel pantheon dei più grandi. Come la Transilvania o la Cornovaglia, finalmente vediamo riconosciuta la nostra cifra stilistica”.
Già: i castelli in Romania, le scogliere in Inghilterra e le serrande sfondate in Calabria.
“Saremo conosciuti nel mondo, potremo entrare nei circuiti turistici che contano. Aspettiamo soltanto i tuor operator!”
Altro che aspettare per Gerace, Stilo e Capo Colonna patrimoni dell’umanità.
La cultura, a Reggio, è finalmente esplosa!