Viaggio ai confini della scienza e della conoscenza.
Si potrebbe intitolare così il pezzo di cronaca di cui vi rendiamo conto.
Reggio Calabria, esterno giorno, un candidato alle elezioni comunali intraprende la sua classica passeggiata mattutina in cerca di voti.
In una tasca 20 euro a monetine per offrire i caffè, nell’altra i santini con la sua faccia.
“Buongiorno” “Buongiorno, come va?” “Buona giornata e buon lavoro”.
Il nostro candidato è insolitamente, e giustamente, gentile. Cerca lo sguardo di tutti coloro che incrocia, saluta vicini di casa che odia, ha un sorriso e una buona parola per tutti.
Quando ecco l’incontro fatale: l’amico di una vita gli viene incontro.
Sono cresciuti insieme in quel quartiere, loro due, non ci saranno problemi a chiedere – e ottenere – la preferenza al Consiglio Comunale.
E invece…
E invece, dopo il buongiornissimo di rito e le domande di circostanza, ecco la rivelazione che genera una falla spazio temporale.
“Peppe, vedi che mi candido al Comune”.
“E pure io, Giacomo!”
L’universo, all’altezza dei due uomini, collassa, dando vita ad un vortice.
Crea una porta di accesso quarta dimensione.
Il candidato che chiede il voto ad un altro candidato.
Paradossi che generano fenomeni inspiegabili anche per gli uomini di scienza.
Il buco nero ormai si è innescato e rapidamente inghiotte i due uomini.
Prontamente transennata dai vigili urbani, l’area adesso è a disposizione del Cern e della polizia scientifica per il rilievi del caso.