È una piccola rivoluzione quella contenuta nel Codice della Strada in discussione in questi giorni alla Commissione Trasporti della Camera.

Un riconoscimento alla calma, al vivere con lentezza e… ai compari calabresi.

Nel nuovo testo in fase di approvazione sarà, infatti, contenuta una norma che consentirà agli automobilisti calabresi di fermarsi al centro della carreggiata per salutare e scambiare due chiacchiere con l’automobilista che proviene dal senso opposto.

Sì, avete capito bene: dal 2020 sarà permesso fermarsi e tirare il freno a mano, su tutte le strade Nazionali e i centri cittadini calabresi, bloccando completamente il traffico per…parlare.

Una scena cui, d’altronde, tutti gli abitanti della Calabria sono abituati da anni.

Colonne di auto con alla testa due automobilisti che placidamente chiacchierano da macchina a macchina.

“Ue Mimmo! Com’è? Comu jamu?” e l’immancabile braccio che si tende oltre il finestrino dentro l’abitacolo dell’altra auto, a stringere la mano dell’amico.

E da lì la chiacchierata tipica, braccio appoggiato sul finestrino, testa fuori e via come se si fosse al bar e non al centro della carreggiata.

La legge che si adatta alle consuetudini, dunque.

Una storia lunga quando la storia dell’uomo e del diritto.

Ma la nuova regola mette anche dei paletti.

Sarà possibile, infatti, fermarsi a centro strada solo in presenza di un amico intimo, un compare di famiglia o un familiare entro il settimo grado di parentela. Nessuno stop dunque per vicini di casa, tanto vi vedrete al più tardi in serata nella vostra via, e nuove conoscenze.

In soldoni non si potrà corteggiare e importunare altri automobilisti.

Invito, questo, valido soprattutto per i grandi marpioni calabresi che del fischio e dello ‘pss, pss’ in corsa hanno fatto un’arte.

Sarà ovviamente vietato agli automobilisti in coda strimpellare col clacson e urlare fuori dal finestrino (anche perché non sai mai cu su’ i cristiani, meglio evitare), a meno che il suddetto saluto non si protragga oltre i tre minuti e mezzo, ovvero il termine massimo stabilito dal Codice per la cosiddetta sosta sociale.

Una bella novità, dunque.

Un elogio alla vita a misura d’uomo.

Una regolamentazione oltremodo necessaria che dà dignità ad una pratica che dalla Calabria, forse, farà scuola al mondo.