La dichiarazione è di quelle che scuotono la comunità scientifica internazionale e non solo.
Questa volta i ricercatori non lasciano spazi a dubbi o interpretazioni di sorta: ”Siamo sicuri, c’è vita sul lungomare di Soverato anche dopo l’estate”.
Eppure le foto scattate dalla sonda Nexiricon e analizzate dagli scienziati del John F. Kennedy Space Center di Cape Canaveral avevano inizialmente gettato nello sconforto esperti e addetti ai lavori.
“Abbiamo dovuto riguardare le immagini per ore e zoomare in ogni angolo sperduto del lungomare, ma alla fine abbiamo trovato qualcosa. Sì è qualcosa di vivo, di vero. È qualcosa di tremendamente umano!”
Insieme alla tensione si sciolgono anche le parole in bocca a Timothy Dawson, l’uomo che per primo ha intravisto la sagoma di quel piccolo omino sulla via marina del centro jonico calabrese.
“Ero lì lì per cedere dopo otto ore passate davanti al monitori. Le immagini erano sgranate e in più c’era un fastidioso riflesso di fondo, forse doveva aver piovuto da poco. Ad un certo punto, confusa sotto l’ombra di una palma, ho intravisto qualcosa di simile ad una scarpa. Seguendo l’ipotetica sagoma dell’individuo nascosto sotto la pianta, ho riconosciuto quello che doveva essere il braccio, infine il busto che ad una prima occhiata si confondeva con una panchina. Ho chiamato urlando tutto lo staff, lo avremo rivisto ormai seimila volte: quello è un uomo. Siamo tutti convinti: quello è proprio un uomo in carne ed ossa”.
Un’ostinazione, quella dello scienziato, che non è stava vana.
Una scoperta che sta letteralmente riscrivendo la storia astronomica del nostro universo e riempendo di fiducia gli astronauti di Cape Canaveral.
“Se ci sono persone sul lungomare di Soverato a ottobre, è possibile tutto. Troveremo l’acqua nel nostro sistema solare e altre forme di vita in altre galassie. Il prossimo appuntamento è con Condofuri Marina a metà febbraio 2019”, chiosa raggiante e fiducioso Timothy.
Ed è un obiettivo che, viste le premesse, a questo punto non sembra più irrealizzabile.