“La Calabria è la regione che ha fatto meno domande per il reddito di cittadinanza. E allora non rompetemi i c… perché o lavorate in nero o siete tutti della ‘ndrangheta!”

Sono queste le parole pronunciate da Beppe Grillo durante il suo ultimo show a Catanzaro, dichiarazioni pesanti che polemizzano con la Calabria e i calabresi.

“Prendete Dinami”, rincara il comico genovese “è il paese più povero d’Italia, e a Dinami neanche una domanda di reddito di cittadinanza!”

Una polemica aperta, una frecciata diretta a tutti i calabresi, seppur all’interno di un monologo teatrale. Tra satira e realtà il Beppe nazionale si è dunque scagliato contro uno dei nuclei più forti dell’elettorato del Movimento Cinque Stelle. Quella Calabria dove i suoi grillini hanno raggiunto vette del 40% nelle ultime elezioni politiche.

Lavoratori a nero o ‘ndranghetisti, una divisione a metà del ‘popolo calabrese’. Una visione, diciamo, un po’ troppo semplicistica. La spiegazione di tanta penuria di domande è forse da ricercare nei requisiti da avere per ottenere l’agognato reddito?

Delle caratteristiche, soprattutto l’Isee e il reddito familiare annuo, che potrebbero favorire le aree metropolitane del nord Italia a discapito di un sud dove tanti giovani, anche over 30, vivono ancora con la famiglia.

Ma tra teorie economiche e dissertazioni sociologiche, arriva la voce di protesta di tanti giovani calabresi che non ci stanno a vedersi affibbiato il marchio dei disonesti.

Mafiosi o lavoratori sommersi.

“Beppe, bellu meu, veni a Melitu e dimmilli ‘nta facci sti cosi!” esordisce Mattia, 33enne residente a Melito Porto Salvo.

“Mafiusu a ‘mmia non mu rissi ma nuddu, ti tagghiu a testa!!”, non va troppo per il sottile.

“Ho 33 anni e vivo con i miei, non ho soldi per andare a vivere da solo. Il reddito di cittadinanza non l’ho chiesto perché mio padre lavora al Catasto e non rientriamo come requisiti!”

Mi sa chi ‘nda mintiru ‘nto c****!” è l’amara considerazione del giovane melitese.

“E non ti permettere più a dire che siamo ‘ndranghetisti in Calabria, Grilletto, sennò vegnu aundi sì sì e ti ‘bbampu a machina!”

Né mafiosi né lavoratori a nero, insomma.

Va’ a finire, insomma, che alla fine i calabresi sono disoccupati, ma non veramente poveri?

O forse soltanto dei mammoni?!