Una decisione di buonsenso, finalmente un provvedimento sacrosanto e giusto.
È stata accolta così in Calabria, con un entusiasmo bipartisan, la nuova legge sulla legittima difesa che consentirà a tutti i compari di punire con una scarica di pallettoni i malfattori che si introducono nei loro orti.
Un fenomeno a quanto pare molto sentito al sud Italia, quello della ruberia di frutta e ortaggi.
“Ogni annu spettu mi maturanu i fica e puntualmente cacchirunu mi ‘ndi futti a metà”, esordisce nonno Nunzio di Oppido Mamertina, paesino in provincia di Reggio Calabria.
“Fazzu pumarora, facioli, paniculu (Produco pomodori, fagioli e mais, ndt). Ma ogni anno ne raccolgo la metà della metà. All’inizio pensava chi erano figghioleddi (ragazzini, ndt). Ma è diventata una cosa sistematica. Certi voti mancanu puru ova ‘nto jaddinaru”.
È disperato l’anziano coltivatore diretto, ogni anno metà della sua autoproduzione, comprese le uova, va a finire nelle mani dei ladruncoli.
“Si i pigghiu, ci tagghiu i mani!”
Arriva a promettere di tagliare le mani a chi si azzarderà ad entrare nel suo terreno.
Da oggi però la musica potrebbe cambiare e compare Nunzio, una licenza di caccia e un paio di fucili regolarmente detenuti, promette battaglia, anzi guerra da trincea.
“Adesso mi apposto sul balcone e ‘ncia cuntu ieu a ‘sti merda (gliela faccio vedere io a questi cattivoni, ndt). Si devono azzardare a mettere un piede dentro la mia proprietà!”
È sicuro l’anziano calabrese, il malcostume di avventurarsi ‘giardini giardini’ a raccogliere primizie subirà finalmente una battuta di arresto.
Basta mani che si sporgono oltre le recinzioni a raccogliere arance e limoni, basta auto accostate lungo la carreggiata accanto a ciliegi che sporgono in strada.
Nascosti nella boscaglia o appostati sui tetti dei casolari, da oggi ci saranno i compari a difendere i confini e la flora calabrese.
Da oggi i malintenzionati, o i semplici simpaticoni di passaggio, avranno le ore (e le dita) contate.