Limitato l’account di Sasà Oliofino, sessantenne con migliaia di follower su Twitter, reo di aver incitato i suoi seguaci a utilizzare solo olio calabrese con acidità superiore a 50 gradi
I social, strumento o contenuto?
Mezzi, media o radici del male che infesta il web?
Eterni quesiti che logorano le menti di raffinati intellettuali, ma la storia che arriva da Crotone non lascia spazio a dubbi.
Al centro della notizia, Sasà Oliofino, produttore clandestino di olio con migliaia di follower su Twitter che lo stimano per tutte le sue losche attività. Un uomo forte che sa comunicare e che arriva alla pancia dei calabresi. Sasà però esagera e in un ultimo tweet si lascia proprio andare a un incitamento all’olio chiaro, inequivocabile. Inaccettabile per il social che cinguetta.
Ecco allora il provvedimento che non ti aspetti: account di Sasà bloccato e follower a bocca asciutta.
Monta subito la protesta sul web:”Togliete il bavaglio a Sasà!”, insorgono i suoi fan.
“È un provvedimento inaccettabile che lede il diritto di parola, anche digitale, di un esponente della calabresità più pura e verace. Bisogna ridare subito voce su Twitter a Sasà“, questo il commento rilasciato dalla Federazione dei tamarri calabresi che promette di non placare le proteste finché Sasà non potrà tornare a cinguettare.