È una storia triste quella che vi stiamo per raccontare, la storia di Ignazio Borzumati, da tutti conosciuto in paese come Memmo.

È in un maggio rigido che si snoda questa vicenda, una primavera grigia come non se ne vedevano da anni in Italia.

Una stagione che, specie al sud, è sempre stata vissuta un po’ come un’estate anticipata.

Giornate serene, bagni al mare e scampagnate organizzate già ad inizio aprile.

Qualche volta si doveva attendere fino a Pasqua, al più per la “Liberazione”. Se proprio diceva male bisognava aspettare il primo maggio.

Sempre così negli ultimi decenni, ma non quest’anno.

Questo 2019 annus horribilis per tutti i calabresi, abituati già da metà aprile a “pampinarsi” sui social.

Ne fanno un fiore all’occhiello, una ragione d’orgoglio, al sud della possibilità di fare il bagno al mare già ad aprile.

Un nervo scoperto, dunque, questo richiamo di autunno a maggio. Il colpo di grazia nella già tormentata vita di Memmo.

“Non lavoro da sette anni”, racconta il 41enne originario di Bagnara Calabria, “mi hanno rimpallato varie volte tra lsu e tirocini alla regione, ma almeno il bagno a mare ad aprile me lo potevo fare!”

La sua voce tradisce la disperazione del bagnante prima che del professionista.

“Ho fatto tutti i tipi di lavoro, a nero e registrato, ho lavorato in fabbrica e come commesso. Mi pagavano per un part-time e stavo 14 ore in pescheria. L’ospedale di Scilla ce l’hanno chiuso, che io per operarmi ai diverticoli sono dovuto andare a Messina, ma ‘stu tempu i merda mi ruvinau propriu a vita!”

Il volto segnato dalle rughe, dai sacrifici di una vita avara di soddisfazioni.

Disoccupato di lungo corso, una vita trascorsa ancora a casa con i genitori, vittima della malasanità, Memmo si scaglia però contro gli elementi naturali.

Vogghiu iri a mmari! Almeno questo! Dopo una vita di sacrifici almeno un bagno… Questa volta è troppo, me ne vado da Bagnara a cercare fortuna pi’ supra!”

Una decisione sofferta, una svolta esistenziale decisa dal meteo.

“Freddo per freddo me ne vado dove almeno le cose funzionano!”, conclude in un momento di lucidità il quarantenne.

Ignazio, prima vittima calabrese del cambiamento climatico.

Con la speranza che il sole e il caldo arrivino presto in Calabria, e durino ogni anno da aprile a ottobre, pena il possibile definitivo svuotamento della regione.