Brutta avventura questa mattina per il vice premier Matteo Salvini a Soverato, ultima – in ordine di tempo – tappa di un tour propagandistico che, considerata la crisi di Governo da lui innescata, si è trasformato a tutti gli effetti in un tour elettorale.
“Concedetemi pieni poteri”, aveva tuonato solo qualche sera fa da Pescara, annunciando l’intenzione di sganciarsi da un esecutivo che, a suo modo di vedere, era diventato un ‘Governo dei no’. Troppi rifiuti ai suoi piani di investimenti nel Nord Italia, non ultimo quello sulla Tav.
Un ‘tradimento’ che, agli occhi del Capitano nazionale, è stata l’ultima goccia nel suo perverso – e mai sopito – piano di ambire allo scranno più importante, quello di Palazzo Chigi.
Un leader della Lega in pieno delirio di onnipotenza, dunque, quello sbarcato in Calabria. Forte dei sondaggi che lo indicano come leader del partito di maggioranza, si sta spingendo in queste ore in dichiarazioni che ricordano tanto l’insediamento di un regime.
“Italiani, concedetemi pieni poteri per attuare la mia volontà e le mie riforme”, invita i suoi elettori e tutta la nazione al plebiscito sulla sua persona.
Deve averlo ripetuto al suo arrivo in terra calabra, soltanto che qualcuno pare abbia travisato le sue parole.
Colpa del caldo, della confusione o della stanchezza di un tour sempre più provante a livello fisico. Non si sa se sia stato Matteone a sostituire la ‘t’ con la ‘d’ o il rivedibile sistema uditivo di compare Nunzio di Oppido Mamertina.
Fatto sta che appena ascoltata la frase, l’anziano calabrese – in visita a Soverato con la sua Ape per vendere i frutti del suo orto – è corso verso il suo mezzo di lavoro a procurarsi subito un piccone e una zappa da lavoro.
“Eccoli, onorevole!” ha urlato il compare, ritornato prontamente tra la folla “Vuliuvu i poderi, ‘ncuminciati da zappa e du picu!”
Un misunderstanding in buona fede, quello dell’anziano calabrese, che però ha generato le risate dei presenti.
Tra la fuga del Capitone nazionale e compare Nunzio improvvisamente balzato agli onori delle telecamere.
“Com’è? Appena si parra i lavurari sa fui!“, ha allora rincarato l’agricoltore.
Che a questo punto si candida a tutti gli effetti, e suo malgrado, come antagonista principale di Capitan Matteo.
Tra qualcuno che ha sorriso beffardamente alla sua iniziativa ed altri che hanno sentenziato: “La sinistra riparta da Compare Nunzio!“