Chi lo avrebbe mai detto che il caro prezzi avrebbe risolto la voragine finanziaria della Sanità calabrese?
Già, perché con l’aumento dei beni di consumo e con l’inflazione che vola, una nonna calabrese ha pensato bene di chiedere ai propri parenti di versare una quota a copertura della spesa per il cenone di Natale.
Chi vorrà prendere parte al rito del 24 dicembre dovrà giocoforza pagare.
Non ce la fa più, la nonnina, con le pensioni ferme al chiodo e l’inflazione che corre al ritmo del 10% a rientrare dei costi per la più sentita cena degli italiani.
E così, ha chiesto un contributo alla sua numerosa famiglia.
25 euro per gli adulti, 15 per i ragazzi fino a 18 anni e 5 euro per gli under 3.
Prezzi neanche economicissimi che, uniti alla vasta platea di contribuenti, hanno fatto raccogliere in poco tempo alla donna un discreto gruzzoletto.
Tanto che la donna ha deciso, a sua volta, di contribuire ad una causa sociale.
D’altra parte con 7 figli, 19 nipoti, 13 pronipoti, che si sono sommati a 50 tra parenti di secondo grado e vicini di casa, la somma raccolta è stata davvero consistente.
Cosa che ha portato l’anziana a devolvere in beneficienza l’eccedenza.
“Non voglio lucrarci sopra”, ha spiegato la donna, “tolte le spese vive, il resto l’ho donato alla Sanità regionale”.
Una cifra di neanche poco conto che ha contribuito a sanare il buco di bilancio dell’azienda sanitaria locale.
E brava nonna!