Una storia tragicomica…per fortuna, sarebbe proprio il caso di dire.
Una storia dai risvolti buffi e imbarazzanti che fa gridare allo scandalo amministrativo e non alla tragedia familiare.
Un giorno come tanti, una routine consolidata: saluta tua moglie, metti in macchina il bambino, accompagnalo a scuola e vai al lavoro.
La giornata tipo di tanti padri calabresi e italiani, certo per chi il lavoro ce l’ha,
Quindi un bacio a Francesca e il figlio ben assicurato al seggiolone, fin qui la giornata di Pietro scorre liscia. Uscire dal garage, prima, seconda e terza e giù sullo stradone, direzione scuola materna. Notiziario delle sette e trenta, un occhio alle notifiche Whatsapp, un altro allo specchietto prima di sorpassare.
Una guida calma e prudente, quella di Pietro, una strada fatta centinaia di volte. Eppure Pietro accelera invece di frenare e accostarsi, la scuola è lì sulla destra. Anche il piccolo se ne accorge e scuote la testa, si muove nervosamente imbracato com’è.
Papà tira dritto:”Oggi è il mio giorno libero: oggi ‘ndi imu a mari!”
Pietro guarda il figlio e sorride. È convinto di lavorare ancora presso sé stesso.
Ha dimenticato la raccomandazione, il cugno, il posto fisso nella partecipata della Regione Calabria.
Si sente libero, disoccupato tutto pesca e centri scommesse.
Invece un tornello lo aspetta, un registro presenze che oggi non conterrà il suo nome.
Domani chissà, com’è si fa, non sono questi i problemi, fossero questi.
Oggi si va a guardare le onde, insieme, figlio e papà.