L’ultimo dell’anno si avvicina inesorabilmente e con esso l’ansia della domanda delle domande per eccellenza.
Quel “Che fai a Capodanno?” autentico spauracchio di ogni under 40 che si rispetti.
Quella domanda a lungo temuta ed evitata con vani tentativi di indifferenza, che all’approssimarsi del 31 dicembre diventa un vero e proprio motivo di angoscia.
E tra chi decide di organizzarsi per tempo per poter rispondere “A Capodanno sono a Praga” e chi ostenta con sicurezza “Quest’anno mi sto a casa” (salvo ritrovarsi il pomeriggio del 31 a cercare biglietti per veglioni come un tossico la sua prossima dose), spicca la storia di Gianluca P.
Tormentato dalle decine domande di amici e parenti, il trentenne originario di Reggio Calabria, ha letteralmente perso la testa prendendo tutti…a testate.
“Dai, DEVI deciderti: andiamo alla festa privata o a casa di Alessandra a Gambarie? Basta che ti muovi perché DOBBIAMO organizzarci e i biglietti stanno finendo”.
Quei verbi, quegli obblighi, devi, dobbiamo.
Ci dobbiamo divertire per forza. DOBBIAMO fare qualcosa!
È a quel punto che Gianluca non ci ha visto più.
Non c’era più da rispondere “Non lo so”, c’era soltanto da lasciarsi andare alla furia cieca.
E adesso basta! E giù testate e schiaffi alla rinfusa!
Tante da dover richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.
Il ragazzo, sottoposto a TSO, è stato successivamente ricoverato presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Reggio Calabria.
E c’è da dire che un obiettivo almeno l’ha raggiunto: finalmente potrà dire che saprà con certezza dove sarà a Capodanno.
Rinchiuso in una stanza imbottita con una camicia di forza.