“È la terza delle quattro stagioni dell’anno, fra l’estate e l’inverno, e nell’emisfero settentrionale va dal 23 settembre al 22 dicembre“, esordisce così Luigi Digiandomenichi, tenente dell’Aeronautica militare. Con una definizione accademica quasi da dizionario.
“Si verifica a seguito della rivoluzione terrestre intorno al sole, il cosiddetto equinozio. Gli equinozi hanno luogo a marzo e a settembre, e insieme ai solstizi marcano il momento di avvicendamento delle stagioni astronomiche sulla Terra”, continua lo scienziato.
Dunque nessuna scaramanzia, nessuna superstizione, nessuna fattura che si accanisce sull’Italia e sulla Calabria in particolare?
“Niente di tutto questo, so bene che le regioni meridionali prestano spesso il fianco a rituali scaramantici e credenze popolari, ma in questo caso si tratta di un semplice susseguirsi delle stagioni”.
Nessuna sfortuna quindi, nessun destino bastardo. Nessun malocchio, per dirla tutta!?
“Sicuramente l’uomo con la sua incuria, non ultima la cementificazione selvaggia, ha contribuito a dissesti idrogeologici, frane e allagamenti. Ma l’autunno di per sé è un periodo caratterizzato da forti piogge e temporali improvvisi che danno luogo a piccole alluvioni e allagamenti cittadini”.
Colpo di scena!
La risposta sembrerebbe scontata e addirittura scientificamente provata: è autunno, quindi piove, piove tanto, quindi ci si allaga.
Una spiegazione talmente lapalissiana che, forse, proprio per questo, non convince la maggior parte dei calabresi.
I quali al grido di “Simu jettati! Simu ciangiuti!” probabilmente continueranno a credere a qualche magia, cui far seguire l’immancabile teatralità tragicomica.