È una notizia shock quella che sta rimbalzando in queste ore tra tutte le agenzie di stampa.

Dopo l’appello della Direzione Antimafia alla presentazione delle cosiddette ‘liste pulite’, rischiano seriamente di saltare le Elezioni regionali calabresi in programma per il prossimo 26 gennaio.

“Nessun candidato al Consiglio abbia un congiunto, o parente entro il terzo grado, condannato o indagato per mafia”.

Terremoto politico e tutti a casa, in pratica.

Un appello che qualora fosse accolto, o imposto per legge, metterebbe a serio rischio la presentazione delle liste e dei relativi candidati.

E tra chi chiede di innalzare al settimo grado di parentela l’incompatibilità e chi fa notare come sia impossibile rispettare in Calabria una legge simile, arriva la proposta shock di un magistrato il quale chiede la candidatura di personalità esterne alla regione, magari di nazionalità elvetica o scandinava.

Bisognerebbe farsi amministrare da stranieri, insomma. Nulla di scandaloso, però, a ben pensarci.

Niente di diverso da quanto già avviene nei Comuni commissariati per mafia o nei piani politici della Lega.