Code chilometriche, attese snervanti, la paura di non riuscire a fare provviste per rispondere alle incognite del coronavirus.
Una situazione sconcertante, perché agevola inevitabilmente le possibilità di contagio e butta benzina sul fuoco di una tensione sempre più palpabile.
Il titolare di una grande catena di supermercati getta la spugna:”È un fenomeno incredibile, prima d’ora avevamo visto queste cose solo nei fine settimana calabresi. Sembrano cavallette, anzi peggio: ricordano le nonne del vibonese.”
Scorte esagerate, casse d’acqua, olio, pomodoro, pasta, insaccati stagionati, formaggio. No, non si tratta dell’allestimento di una morigerata cena sul Monte Poro, è la fotografia di un’Italia spaventata che risponde impazzendo, cioè alla calabrese.
“Auspichiamo che tutto rientri perché adesso facciamo bei soldi, ma non abbiamo le forniture per sostenere questi ritmi – conclude l’imprenditore – Lasciamo che siano i calabresi a fare spesa per 25 quando sono 4 in famiglia. Italiani, #restateacasa!”