Interno auto. Giorno. La giornalista di Tg2 Motori Maria Leitner affronta con il Ministro dei Trasporti Toninelli la sentita questione dell’auto elettrica.

Sono giorni di grandi manifestazioni e di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali, l’ecotassa voluta soprattutto dal Movimento 5 stelle definisce l’orientamento politico del governo sul tema.

Il motore elettrico è il futuro, ed è una scelta che va premiata e incentivata. Tutti i cittadini italiani gradualmente dovranno spostarsi verso questo tipo di alimentazione, a partire dai nuovi acquisti di auto.

Tutto chiaro e condivisibile, finché la bionda conduttrice non chiede direttamente conto all’occhialuto ministro delle sue scelte personali e familiari.

“Abbiamo appena comprato una Jeep Compass, con mia moglie”, è la frase prologo della tragedia.

“Ovviamente è un elettrico…”, incalza la giornalista.

Una domanda retorica visti i temi trattati e la convinzione con cui Toninelli stava perorando la causa della motorizzazione ibrida.

“No, in realtà è un diesel”, la tragedia che diventa farsa.

La risposta che manda direttamente sul marciapiede decine e decine di comici professionisti e decenni di scuola di satira politica.

Ma non era ancora finita, si trattava soltanto del primo atto della rappresentazione. È oggi che l’improvvisazione è diventato talento puro.

Il titolare del Dicastero dei Trasporti, infatti, intercettato sulla strada per il suo ufficio ha voluto riaffermare il concetto e a suo modo rincarare la dose.

“La Jeep Compass che ho comprato è un diesel di ultima generazione, a emissioni zero, ed è oro rispetto alla macchina che uso quando vado in vacanza al mare in Calabria…”

Già, perché il ministro Toninelli, ricordiamolo, è solito trascorrere tre settimane ad agosto a Copanello, sulla costa jonica calabrese, a casa di un amatissimo zio .

“Lì giriamo tutti coi motorini con le marmitte Leovinci e le Pande e le Fiat Uno degli anni Novanta. Io che ho una Golf turbodiesel del ’96 sono il più ecologista di tutti, si figuri!”

Un parco macchine di tutto rispetto, insomma, quello della famiglia Toninelli.

Dei motori a gasolio che non poco hanno contribuito all’allargamento del buco dell’ozono.

“Sgasiamo e ce ne fottiamo! O gare che ho fatto con i miei zii e i miei cugini sulla SS106! Un fumo nero da far seccare ettari di foreste pluviali…” conclude il ministro.

Scompare oltre l’uscio del palazzo lasciandoci, come ogni grande artista che si rispetti, anche questa volta col dubbio se ci è o ci fa.