Lui è Turuzzo (nome di fantasia), quindicenne di Badolato dal fisico longilineo e asciutto, amante del nuoto e del cibo sano.
La sua unica colpa? Essere magro.
Un ragazzo in forma con un fisico atletico. Inaccettabile per il contesto socio-ambientale in cui il giovane è costretto a vivere.
I primi segnali di scherno, poi insulti più pesanti, infine l’emarginazione totale.
“E mangiati ‘na cazz’e suppressata, ‘o musciu!“, improperi senza sosta, frasi volte a dileggiare fino a umiliare.
Turuzzo è costretto ad abbandonare la scuola e a isolarsi, piano piano, nella piscina provinciale. Di nascosto, senza più poter parlare con nessuno.
Lo Statale in campo per denunciare casi gravi, come quello di Turuzzo: no al bullismo da soppressata e malanjani chijni. Rispetto per la diversità, sempre.