Paese che vai usanze che trovi, o sarebbe meglio dire: galline che trovi.
E pagarne lo scotto sulla propria pelle è stato un reggimento di fanteria dell’esercito italiano.
O meglio i soldati di quel carrarmato che aveva iniziato a bombardare un pollaio e che si è visto rispondere al fuoco.
“Dopo l’attacco ai commilitoni di Pordenone, ci aspettavamo un’altra azione simile”, spiega il gallo generale.
“Ma qui in Calabria troveranno filo da torcere”, conclude il pennuto.
Già, perché i militari che pensavano ad una banale esercitazione sono stati colti alla sprovvista da quella reazione fulminea.
Mitragliate di mais e uova trasformate in bombe a mano, in breve tempo il pollame ha preso le redini della battaglia rispedendo i soldati da dove erano venuti.
Insomma, organizzati questi galli e galline.
Di sicuro non ci stanno a fare da vittime sacrificali.
E se è vero che anche i nonni allevatori per farne una al brodo devono sudare, sappiamo che in Calabria i polli vengono da una lunga tradizione di lotta per la sopravvivenza.
E non saranno certo due colpi di mortaio a spaventarli.