Vittoria dello Stato!
Giustizia è fatta!
Dopo 22 anni e un iter processuale lungo quanto il viaggio a/r di Ulisse, sono state finalmente abbattute in Calabria diverse ville abusive.
Costruite a pochi metri dalla spiaggia, su commissione e/o approvazione della ‘ndrangheta, le abitazioni erano state oggetto di una prima sentenza di demolizione nel lontano 1998.
Ci sono voluti più di vent’anni, tra rinvii, appelli, sospensive e interdizioni, per vedere finalmente le ruspe in azione.
Per restituire tratti di costa impropriamente privatizzati al pubblico dominio.
Si libera un tratto dello skyline calabrese.
Ma c’è chi davanti a questi abbattimenti protesta.
“Sono diventati ormai beni archeologici!”, tuonano alcuni residenti.
E in effetti, se le auto diventano d’epoca dopo 20 anni, probabilmente anche le case si trasformano in dimore storiche due decenni.
Quello stile non finito calabrese, il neo liberty che un giorno, forse, i nostri figli studieranno a scuola.
Le villette al mare, poi, tutte con quello stile pacchiano da cementificazione selvaggia.
Cemento e stucco in abbondanza in ogni dove.
Cementificazione nella cementificazione, per usare più materiale possibile e non lasciare nulla di intentato.
E giù pilastrini, massetti, balconi in muratura e giardini solidificati.
Uno stile tutto calabrese, quello che adesso si sta abbattendo.
Mentre qualcuno urla: “Fermate quelle ruspe!”