Fa discutere – e non poco – l’ultima proposta del governo per risolvere le annose pendenze tra Stato e calabresi: i “Minibotti”.
Sì, avete capito, esplosivi a bassa intensità che potranno essere innescati presso le sedi degli uffici pubblici che hanno debiti con i calabresi.
Piccole società di capitali, professionisti e artigiani potranno infatti – secondo quanto si apprende da fonti governative – dotarsi di piccoli botti in grado di intimidire i pubblici ufficiali, “motivandoli” a trovare i soldi dovuti.
Crediti per centinaia di migliaia di euro che poveri calabresi indifesi non possono riscuotere “perché i soldi si finiru“, questa la motivazione addotta dai contabili regionali, in ambasce in queste ore per la sconvolgente proposta del governo.
“I cittadini potranno avere giustizia, procurandosi liberamente gli ordigni ritenuti più adatti a intimidire, a seconda della resistenza opposta dalla pubblica autorità di turno. Prima i calabresi…Poi penseremo agli altri da indirizzare verso il precipizio!” – queste le parole emerse in occasione dell’ultima, caotica riunione del Consiglio dei Ministri.
Cresce quindi l’attesa per i “Minibotti” e per l’impianto regolatorio che spiegherà al meglio come utilizzarli, fonti vicine a Palazzo Chigi paventano addirittura il ricorso alla decretazione d’urgenza.
“Appena mi arriva il via libera, c’avvampu l’ufficiu!“, “Mi basta un ok e jettu ‘a bumba!“ – Tante sono le affermazioni di questo tenore provenienti da calabresi che si sentono cittadini e contribuenti modello.
I “Minibotti” come soluzione a ogni problema? Forse sì, la svolta è vicina.