È lunedì!
E chi doveva dircelo che ci sarebbe mancato così tanto non alzarci controvoglia dal letto per andare in ufficio!?
Dopo due settimane a casa, finiti i video simpatici e la fantasia di fare flashmob alla finestra, si entra nel periodo più duro. Quello dell’insofferenza e dell’indolenza.
E così molti riscoprono che il lunedì è in realtà una panacea, il giorno perfetto per non abbrutirsi dopo una domenica intera passata sul divano.
Ci si sveglia ancora più tristi, di un’angoscia diversa, nel terzo lunedì di fila a casa.
Tristi, stavolta, per non poter uscire di casa e riprendere la vita normale. Incolonnarsi nel traffico, strombazzare, cercare parcheggio sotto l’ufficio, dare il buongiorno agli amati/odiati colleghi.
E così parte triste la giornata del dipendente italiano, e parte triste anche la settimana di Paolo, giovane lavoratore calabrese.
Anzi no, ma cosa?
Paolo non ha un lavoro. Per lui è un lunedì come tanti, questo.
Pensa un po’ che si stava angosciando così, per omologarsi agli altri, senza motivo!
Certo che ‘sta quarantena forzata sta facendo perdere la testa a tutti quanti…