“Uno scherzo diabolico” “Che c*** di mente malata!” “Deviato!” “M’era pigghiatu n’infartu!” “Chi mm’ha beni!” “Va ‘mmazziti!”
È questo l’elenco, molto parziale, delle imprecazioni che si è visto rivolgere A.P. (le cui generalità sono criptate per motivi di privacy e…sicurezza) quando il suo scherzo è stato smascherato. E non sempre dai diretti interessati.
Già perché Alberto (nome di fantasia) si era messo in testa di tendere dei veri e propri agguati a casa dei colleghi che si erano messi in malattia per sfruttare il ponte lungo di Ognissanti.
Suonare alle loro porte e qualificarsi come medico fiscale.
Impiegati sicuri di un comportamento perpetuato per anni. “Figurati: per due giorni non mu mandunu u mericu fiscali!” Così sicuri che alcuni di loro hanno letteralmente ‘bucato’ lo scherzo, non facendosi trovare a casa.
E da qui lo psicodramma nel dramma: “Mimmu, torna a casa moviti! Sunau u mericu!”
Moglie e madri allarmate da quella visita imprevedibile che hanno richiamato di corsa a casa mariti e figli.
Presto, torna! Che c’è il medico fiscale che ti cerca.
Uomini in quel momento stravaccati in spiaggia o impegnati in una briscola all’ultimo asso di mazze che si sono dovuti letteralmente capitombolare a casa.
“Alberto si’ tu! O chi mm’ha beni! M’avivi fattu pigghiari n’infartu!”
Eh sì perché era proprio lui, Alberto, il buontempone dell’ufficio.
“Due su cinque li ho trovati a casa”, racconta il protagonista di uno degli scherzi di Halloween più riusciti di tutti i tempi, “ma solo perché stavano facendo le valigie per partire!”
Gli altri tre avevano evidentemente preferito mete meno esotiche: un lido privato, un bar. Avevano scelto di spendere i loro soldi nel territorio, alla faccia di chi dice che i Caraibi sono meglio della Calabria.
Alberto, il guascone che non volendo ha smascherato un malcostume tipico degli impiegati pubblici calabresi. Uno o due giorni di malattia da prendere all’occorrenza. Tanto il medico fiscale, si sa, per periodi così brevi il Comune non te lo manda!
E alla domanda su cosa ci facesse invece lui lì, durante l’orario d’ufficio, Alberto risponde sardonico:”Io al contrario dei miei colleghi sono sereno e in regola: sto in permesso da 104 e mio padre, che dovrei assistere, è partito anche lui per il week end lungo”.