Brutta avventura per il centrocampista dell’Inter e della Nazionale Italiana, Antonio Candreva.

Tutto è partito con un titolo strappalacrime, Candreva cuore d’oro paga la mensa alla bambina povera, una di quelle storie che ti riappacificano con il dorato mondo dei calciatori e dei loro ingaggi faraonici.

Milioni di euro guadagnati per tirare quattro calci ad un pallone, come sostengono i più maligni, senza considerare anni spesi in allenamenti e privazioni per condurre una vita da atleti modello.

Ed è così che una mattina di aprile, è proprio uno di quei pochi privilegiati a porgere la mano alla cosiddetta ‘classe operaia’. Quella che non può permettersi, purtroppo, nemmeno di pagare la mensa a scuola alla propria figlioletta.

Ci penso io”, sorride confortante il bell’Antonio.

“Ditemi quant’è che saldo la retta di tutto l’anno”.

E giù applausi scroscianti e commenti commossi.

‘Un piccolo gesto da parte di un grande uomo’, ‘Sei il nostro orgoglio’, ‘Grazie a te ho riacquistato la speranza nell’umanità’, ‘Anche se tifo Crotone da oggi hai un tifoso in più’.

Una storia da libro cuore, insomma, un gesto d’istinto di un campione in campo e fuori.

Un gesto fatto però forse un po’ troppo d’istinto, perché il calciatore non si era informato dell’identità e…della nazionalità della giovanissima protagonista della triste vicenda.

Già perché la bambina in questione, costretta fino a ieri a mangiare tonno e cracker in pausa pranzo, è in realtà un’alunna calabrese. Figlia di genitori originari di Girifalco.

Pasta con le sarde, polpettone, peperoni ripieni, acqua, dolce e mandarino a sgrassare.  È stato questo il primo menù ordinato dalla raggiante bambina.

Come si mangiava a casa dei miei nonni! Ha detto proprio così”, riferisce una delle maestre dell’Istituto.

“E oggi ha fatto sapere di volere cannelloni, salsiccia, pipi e patati, olive ammaccate e pignolata a chiudere”.

Un menù calabrese di tutto rispetto e… dal grande costo.

Ma il bell’Antonio è rimasto impassibile: “Che ordini pure cosa le piace di più, specie adesso dopo un periodo di privazioni…”

La speranza, per il momento taciuta, ma intuibile è che la piccola rientri presto dei ranghi di un’alimentazione normale e… economicamente sostenibile.