I compimenti, quelli belli.
I complimenti che arrivano da una tra le figure più apprezzate – e temute – della cucina italiana.
Quell’Antonino Cannavacciuolo che tante critiche – e pacche sulle spalle – riserva ai concorrenti delle tue trasmissioni.
“L’acqua dei rubinetti è salata al punto giusto. Non c’è assolutamente bisogno di aggiungere sale all’acqua di cottura. Così è perfetta”.
I complimenti sono tutti per il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
E sono estesi ai suoi predecessori, chiaramente.
Ovvero tutti coloro che hanno consentito questo miracolo: un’acqua non potabile salata al punto giusto.
Colp…ehm merito di condutture vetuste e di falde ormai quasi prosciugate, di dissalatori che non funzionano e di una Diga del Menta che, oltre i proclami, fatica ad entrare in funzione.
È questo mix altrove non replicabile di elementi che ha consentito all’acqua che sgorga nelle case dei reggini di essere un concentrato unico di salinità e non potabilità.
“Farò scorta di questo prezioso liquido prima di andare via”, rilancia lo chef.
“Voglio provare a fare la pasta con quest’acqua nei miei ristoranti”.
Una nuova opportunità di business per la Calabria?
Dopo l’aria di Napoli, l’acqua di Reggio?
Magari, chissà!