Una vita soddisfacente, grandi traguardi raggiunti, ma…le amiche figliano come conigli accompagnandosi a individui discutibili e la povera A. niente, solo rapporti episodici nei ritagli di tempo.
Ecco allora l’idea, avventata quanto comune: iscriversi a “JamuBonu“, uno dei siti di incontri più famosi della Penisola.
Un book di ragazzi carini ma vuoti e poi lui, uomo dal fascino incredibile (perlomeno in foto) e dalla grande loquacità (perlomeno in chat).
Tenero, brillante, interessato…Le parole giuste, quel mix di gentilezza e mistero che fa perdere la testa e la decisione di vedersi, per scoprire chi si cela dall’altra parte dello schermo.
Appuntamento in una nota piazza romana e tanta voglia di svelarsi.
A.E. si presenta con un look curato che evidenzia la sua bellezza fuori dal comune. Non avrebbe bisogno di nessuna app, ma questo appuntamento al semi-buio la intriga.
Poi l’atroce sorpresa: all’incontro si presenta un lametino di 42 anni con l’alito pesante, un fiero odio contro i catanzaresi (di cui ad A.E. non potrebbe fregare di meno) e una passione viscerale per “come fa le cose sue mamma”.
Sconvolta, la ragazza tenta di darsi alla fuga, ma il lametino la insegue parlando dei piatti tipici della sua zona e del senso di colpa per essere andato via dalla Calabria. Chiude l’assalto con una filippica sui politici calabresi che rubano.
Troppo, in preda alla disperazione A.E. cerca di rivolgersi a un vigile urbano per chiedere aiuto, ma anch’egli è calabrese! Il pubblico ufficiale inizia a fare comunella con l’uomo chiedendo per prima cosa:”Di dove sei?”
A.E. riesce fortunatamente a salire al volo su un autobus e a fuggire lasciando i calabresi a discutere animatamente sulla differenza tra soppressate del cosentino e del crotonese.
“Lì ci mettono il pepe nero, non quello rosso!”, queste le ultime parole ascoltate da A.E. prima di essere salvata dal bus.