Non si sono ancora placati i dibattiti – e le polemiche – sulla provocatoria opera di Cattelan, che dalla Calabria arriva un’altra storia destinata a stravolgere la storia dell’arte.
Una madre calabrese incazzata ha tirato uno schiaffone al figlio, letteralmente attaccandolo al muro, ed è stata inserita nel prossimo catalogo espositivo del MoMA di New York.
”Ha una forte carica emotiva, oltre ad una connotazione strettamente territoriale. Simbolo di un’usanza, quella di educare i figli a sani sganassoni, ormai persa”.
Spiegano dal famoso museo statunitense, l’hanno voluta a tutti i costi. Un po’ forse anche per rispondere alla banana esposta all’Art Basel di Miami.
La maschiata, il pellaro, la fantalata, la maschiata, la tumpulata – per dirla in quasi tutti i dialetti locali – della madre calabrese che si trasforma in opera d’arte.
‘Ti attacco al muro. Ti stampo!’ Quante volte noi figli di Reggio, Catanzaro, Crotone, Vibo e Cosenza ci siamo sentiti rivolgere questo epiteto?
Ed ecco qua che quel ragazzo discolo attaccato al muro da uno schiaffone siamo tutti noi. Figli che abbiamo assaggiato le mani rugose dei nostri vecchi, i loro zoccoli, tutte le forme dei cucchiai di legno.
L’educazione calabrese che fa impallidire quella siberiana e che diventa infine arte.
Opera da contemplare e da valutare non meno di 200 mila dollari. Se 100 mila costa una banana di quelle che a Gioia ti tirano dietro vista l’abbondanza destinata a coprire le casse di cocaina.