Destano sconcerto le dichiarazioni sulle famiglie calabresi rilasciate nei giorni scorsi da Brian Brown, presidente dell’International Organization for the Family.
Il leader del movimento globale pro-vita sarà open speaker del contestatissimo Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona, aperto a tutti i “nuclei naturali“, come ama definirli, ma non ai calabresi:”Hanno famiglie enormi, composte da centinaia di persone. Si chiamano cugini anche se ci sono di mezzo dieci gradi di parentela. Non è la famiglia che vogliamo, ve lo garantisco.”
Le parole di Brown fanno seguito all’allarme lanciato dal governatore del Veneto Zaia:”Verona è pronta a ospitare centinaia di famiglie, ma non abbiamo la capienza sufficiente per quelle calabresi. Una volta sono stato invitato a un matrimonio giù e le liste dei tavoli venivano gestite dalla Protezione Civile!”
La Calabria ha standard di natalità paragonabili a quelli di Paesi come Liberia e Ciad. “Figghianu come cunigghi“, dichiara senza troppi giri di parole l’interprete che Brown ha voluto per comunicare con le tribù calabresi.
L’evento di Verona si presenta dunque come un flop annunciato, non tanto e non solo per i contenuti medievali che saranno discussi, ma perché mancherà l’etnia simbolo della fecondità e della riproduzione: quella calabrese, allupata sempre e a qualunque latitudine.