La Calabria sta – fortunatamente – attraversando più o meno in scioltezza la fase 1 della pandemia di Coronavirus.
Escludendo alcuni casi isolati, la nostra regione non ha vissuto momenti particolarmente gravosi a livello sanitario.
Numeri ovunque contenuti e nessun picco che ha mandato in crisi il – fragile – sistema ospedaliero calabrese.
Fortuna, isolamento tempestivo dei focolai, clima favorevole, sono diversi i fattori alla base di questo successo.
Ma uno in particolare potrebbe essere stato quello, fino ad adesso, decisivo nel contenimento del contagio.
È risaputo come una parte fondamentale nella diffusione del Covid siano stati, specie in Lombardia, gli ospedali.
Quelle stesse strutture che in Calabria hanno, invece, letteralmente fagocitato il virus.
Già, perché, sembrerebbe che il Coronavirus sia stato cannibalizzato dagli altri germi e batteri presenti negli ospedali calabresi.
“Abbiamo ragione di credere che il SarsCov2, in Calabria, abbia trovato pane per i suoi denti. Un accoglienza che gli ha fatto perdere tutto il suo carico virale e lo ha fortemente indebolito”, racconta il professor Artemisio Gentileschi dell’Università di Spropoli.
La malasanità, questa volta, è servita a qualcosa, dunque.
Per un virus che è stato praticamente preso a schiaffi dagli altri agenti patogeni già presenti sul territorio.
“È arrivato il Coronavirus! Bello sei! Ci siamo prima noi, stronzetto”.
Insomma, una sorta di diritto di precedenza che ci ha salvati dalla pandemia.