“Aundi sta iendu?”
Dove stai andando?
È una nonna reggina affacciata ad un balcone a parlare.
Succede da anni in Calabria, succedeva che il Coronavirus non aveva attecchito nemmeno nei pipistrelli.
La ‘gnura alla finestra controlla ogni cosa: spostamenti, incontri, scontri, incidenti e tradimenti.
Altro che Big Brother, altro che telecamere di sorveglianza, altro che intercettazioni ambientali.
Lei, sempre lì, estate e inverno a vegliare su tutto e tutti.
Ed ecco che la nonna calabrese torna utile in questo momento; quando bisogna fare i bravi a casa e rispettare il decreto del Governo.
Limitare il contagio limitando gli spostamenti.
Ci pensa lei, in Calabria, la vicina di casa, pronta anche ad utilizzare le maniere forti.
Dapprima un’ammonizione, un urlo, poi – se serve – per i recidivi una secchiata d’acqua o un paio di mollette tirate in testa.
Statt’ a casa!
Passa pa’ casa!
Urla l’anziana calabrese al balcone.
E il decreto magicamente viene rispettato.