La quarantena entra nel suo punto più critico. Abbiamo scollinato, ma ancora all’orizzonte non si vede un vero e proprio traguardo.
Perché, se ci sono regioni che possono iniziare a programmare una ripartenza graduale, per altre – in primis la Lombardia – il futuro è ancora fosco.
I contagi non accennano a diminuire e il rischio di una nuova recrudescenza, porta i governatori del sud a blindare le loro regioni in previsione di un possibile nuovo esodo dei fuorisede.
Migliaia di meridionali che hanno rispettato i consigli degli esperti – dimostrando anche senso civico – rimanendo al nord, e che adesso iniziano a dare i primi cenni di insofferenza.
“Fateci tornare! Siamo stremati”.
Molti di loro si ritrovano, infatti, senza lavoro e conseguentemente senza reddito, ad affrontare le prime serie difficoltà economiche.
Organizzare un corridoio umanitario di rientri controllati? Sarebbe un’ipotesi possibile anche per premiare il senso civico di chi non è partito.
E c’è chi disperato arriva a promettere:“Non parleremo più con l’accento milanese, ve lo giuro”.
Un bel caso di coscienza per gli amministratori calabresi.