Con la cattura di Matteo Messina Denaro si è conclusa una delle latitanze più lunghe, e pesanti, della storia della Repubblica Italiana.
Catturato dai Carabinieri in una clinica palermitana, il boss di ‘Cosa nostra’ era l’uomo più ricercato, il simbolo stesso della lotta alla mafia.
Adesso, come è normale che sia, è tempo di festeggiare, ma anche di focalizzarsi sugli altri latitanti ancora in circolazione.
Personaggi scomparsi nel nulla da anni.
Come il dirigente della Regione Calabria assente dal posto di lavoro da oltre un decennio.
“Non lo vediamo dall’introduzione dell’euro“, racconta un collega che vuole mantenere l’anonimato.
“Era andato a scambiare i soldi in banca e non è più rientrato in ufficio“.
Anche se le ultime apparizioni sembrerebbero risalire ad una decina di anni fa.
“È passato in sede a ritirare i buoni pasto“, ricordano all’Ufficio personale.
Una visita fugace, roba di una mezzoretta, poi di nuovo alla macchia.
E ora è lui, per longevità, l’uomo più ricercato d’Italia.
Che fine ha fatto?
La caccia continua.