Quando si dice farsi prendere troppo la mano.
Degenerare in preda al delirio di onnipotenza.
Succede così che, in tempo di Coronavirus – e di conseguente contingentamento delle uscite – sindaci e governatori di Regione assurgano al ruolo di sceriffi.
Controllori in stile Big Brother che, tra promesse di uso del lanciafiamme e di droni dissuasivi, interpretano la loro funzione in maniera tragicomica.
È il caso, ad esempio, del Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca.
L’ex sindaco di Salerno, in un crescendo di retorica e minacce, ha conquistato il web con le sue invettive anti-passeggiata.
Monologhi da far impallidire anche il suo imitatore ufficiale, Crozza.
E così tra una reprimenda e l’altra, Vincenzino – uscito per una ronda col suo lanciafiamme – è arrivato ad annettere parte della Calabria alla sua regione.
“Praia e Tortora sono, a tutti gli effetti, Campania”, ha dichiarato il Governatore dopo aver inseguito alcuni cittadini praiesi fino sull’uscio delle loro abitazioni.
“Questa è zona mia!”, ha concluso De Luca.
Facendo trascendere una ronda in una vera e propria guerra di annessione. Per giunta vinta a mani basse e col sostegno della popolazione locale.