Se è risaputo che partire è un po’ morire, in Calabria lo è un po’ di più.

Tragedie greche si consumano in ogni famiglia calabrese che si rispetti ad ogni ripartenza di ogni figliol fuorisede che rientra al Nord Italia.

“E resta ancora un po’! E parti domani! Ma non ti puoi fermare fino a domenica? Ma domani mangi a casa?”

Sono decine le richieste di rimandare, arrivano dalla mamma, dalla zia, dal nipotino e pure dal cane.

Bau! Bau! E parti domani dai!

Ed è così che ascoltando l’uno e l’altro che Domenico S., 33enne di Vibo Marina ormai da anni residente a Bologna, è bloccato sull’uscio di casa da circa una settimana.

Un rientro in Emilia-Romagna previsto inizialmente per il 30 dicembre, che ancora non si è concretizzato.

“È fermati un altro po’, che domani faccio i maccheroni”.

Ed è così che di cannelloni in polpettoni, Domenico è ancora a casa, letteralmente sequestrato dai parenti.

”Ormai parti domani che è l’Epifania”, l’ultima preghiera della nonna.

“Domani fa il compleanno zio Ernesto”, le fa eco la figlia.

E Domenico ormai inebetito e privo di volontà propria, aspetta. Augurandosi che il 7 gennaio sia la volta buona per tornare alla sua vita normale.