La lingua italiana si evolve e con lei le sue espressioni più comuni.

Se fino a qualche anno fa rispondere ‘grazie’, o ‘grazie, altrettanto’, ad un augurio era considerato sintomo di buona educazione, oggi le cose sono completamente diverse.

E questi sono in assoluto i giorni dell’ “Anche a te e famiglia”.

È così che ormai si deve rispondere agli auguri di Natale, ringraziando e rilanciando. Estendendoli a tutti i componenti della famiglia.

Regola che A.P., quarantenne di Reggio Calabria non ha rispettato, non sappiamo se per ignoranza o per sfregio.

”Grazie”, ha risposto al conoscente che lo ha incrociato sul Corso cittadino.

“Auguroni, bello!”

Grazie!”

Una replica che ha subito indispettito l’uomo che, fermatosi dopo pochi metri, ha risposto: “Compare! Ha lagnanzi?”

Nessuna lagnanza, nessun doppio senso, in quel modo di rispondere.

Spiegazioni che però non sono bastate ad evitare il peggio, una situazione che subito è trascesa e non è degenerata solo grazie all’intervento degli amici che hanno tenuto a distanza i due contendenti.

“Tenimi, tenimi cu ‘mazzu!”

E così tra un jingle bell e una luminaria colorata, i due si sono allontanati dal posto del misfatto sostenuti (fisicamente) dagli amici.

Trascinati in volo come in una fiaba che incanta il Natale in Calabria.