Lei è Frida, simbolo del coraggio di essere donna, artista-contro, icona del femminismo e regina dell’arte messicana.
A Girifalco, fino al 31 febbraio, una rassegna dedicata alla poliedricità della pittrice che ha fatto dei sacrifici e della sofferenza un tratto distintivo dei suoi caratteri.
I sogni, le suggestioni, l’eros. Tutto in una mostra senza precedenti che ospita anche scritti inediti da cui emerge il travagliato umorismo di Frida.
Rivelazioni-choc sull’amore per Diego Rivera, tormenti, forse l’incidente che segnò la sua vita, l’aborto?
Niente di tutto ciò al centro di un diario segreto, ritrovato tra Cortale e San Pietro a Maida.
Solo un’affermazione decisa sulla principale tra le feste comandate: “A Natale me ne Kahlo in Calabria.”
Da lì, da quella profonda convinzione, partì Magdalena Carmen per divenire, per tutti e per sempre, Frida Kahlo.
Stanca della vita da fuorisede estrosa e fiaccata nel fisico e nell’anima, l’artista avrebbe espresso il desiderio di “Kahlare” nella piccola penisola felice, in cui tutto è divano, abbuffate e giocate a carte.
“Il Natale in Calabria è estasi e morte, fierezza e vacuità. Per l’occasione cercherò di far incontrare le sopracciglia, come i compari che si trascurano nelle piazze.”
Queste le ultime immortali parole che Frida lascia a tutti i calabresi orgogliosi di “scendere”, oggi come ieri e, soprattutto, come se non ci fosse un domani.