Alzi la mano chi non ha nel secondo cassetto dell’armadio a specchio della camera da letto una scatola intonsa, e dai bordi leggermente deformati dal tempo, con dentro un pigiama nuovo.
Parliamo con voi, calabresi. Figli e nipoti anche ormai avanti con gli anni.
Speriamo con tutto il cuore quel contenitore sia ancora lì, sigillato, segno che non vi è ancora servito. Che non vi è stata occasione per scartarlo, che quel famoso giorno “se ti dovessi ricoverare” non è arrivato.
Già, il pigiama nuovo, quel completo comprato e tenuto lì, in fondo all’armadio, nell’eventualità di una degenza ospedaliera.
“Così se ti ricoverano, non pari nu’ strazzatu!”
Ah la grande previdenza delle mamme e delle nonne calabresi. La paura del giudizio altrui: pure che sei povero e a casa ti vesti di stracci, almeno all’ospedale fai la tua figura col pigiama nuovo.
Finalmente quel momento è arrivato per Gaspare Chimmabeni, 37enne originario di Polistena. L’occasione è stata un banale intervento di ernia inguinale.
Lui, lavoratore indipendente che ormai potrebbe permettersi tutti i pigiami del mondo, ha invece scartato con cura quello tre misure più piccolo conservato illo tempore in fondo all’armadio dalla madre.
Tra applausi scroscianti e commozione – più per la sacralità dell’apertura che per la paura dell’intervento – il giovane ha srotolato una maglia e un pantalone con addosso ormai i segni di una piegatura eterna ed è andato a cambiarsi in bagno.
“Te l’avevo detto che prima o poi ti sarebbe servito“, ha esclamato la madre del giovane.
Soddisfatta di un acquisto effettuato quasi venti anni fa e vissuto come un’investimento in titoli Apple. L’ennesima riprova che le donne, specialmente quelle calabresi, presto o tardi, hanno sempre ragione.