Presidenti “eletti” per 4/5 mandati di fila, dittatori veri e propri, capibanda e rais: il panorama politico africano regala sempre grandi soddisfazioni a corruzione e illegalità diffusa.
Nel solco dei discussi leader di Mama Africa, anche gli amministratori calabresi si sono dati un po’ da fare negli ultimi decenni e sono riusciti a portare la sanità regionale a livelli scandalosi. Così infimi da richiedere un intervento emergenziale.
Chi meglio del fondatore di “Emergency” allora per curare le ferite della Calabria? Dopo Commissari inconsapevoli e censori di pomiciate virali, grazie a una commistione pop di sensibilità sociale e governativa, per la regione più abbandonata d’Italia è spuntato fuori il nome di Gino Strada.
Chirurgo di guerra, insieme alla moglie Teresa Sarti, ha fondato la ONG che nel mondo ha curato milioni di persone, colpite da pestilenze, povertà e conflitti. Ha aiutato gli ultimi e si è sempre battuto per accendere i riflettori sulle zone del mondo dimenticate e avvolte in una spirale di corruzione e criminalità.
Come la Calabria appunto. Ecco perché si sta pensando a lui come nuovo Commissario della Sanità calabrese.
Il nome di Strada dà fastidio, come prevedibile, a tutti coloro che invece di voler fare chiarezza, preferiscono crogiolarsi nel torbido.
E a conforto delle ostilità verso il fondatore di Emergency, arriva proprio l’endorsement dei grandi dittatori africani che guardano all’altro lato del Mediterraneo e avvisano i colleghi calabresi:”Strada è pessimo. Non si fa corrompere, non legittima il nostro potere, aiuta i poveri e oppone la cultura della pace e della scienza al nostro bel traffico d’armi e di droga. Agli amici calabresi che hanno proprio nella droga e nelle armi una delle principali fonti di sostentamento diciamo:”Attenzione, è molto pericoloso!”
In attesa di comprendere come sarà dipanata la matassa sulla nomina del nuovo Commissario, con la scusa di dare priorità a criteri come “calabresità” e “conoscenza della regione”, piano piano la candidatura di Strada incontra sempre più ostacoli.
I dittatori africani chiosano con una battuta:”Il trucco è sempre quello di dividere, richiamandosi al grande esperto autoctono che risolverà tutti i problemi. Così intanto si prende tempo e si trova la soluzione più opportuna per continuare esattamente come prima. Tanto pure il Covid passerà, vedrete. L’importante è salvare il sistema.”