Sono parole che stanno sollevando un vespaio di polemiche quelle rilasciate ieri a margine di un incontro pubblico, dal Ministro dell’Istruzione italiano, Marco Bussetti.
Dichiarazioni che presto verranno tramutate in una circolare inviata alle scuole di ogni ordine e grado.
“Vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole ad un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie”, esordisce il Ministro.
“Bisogna ridurre la gravosità dei compiti, compiti che pesano su famiglie già indaffarate con l’organizzazione di cene e pranzi di Natale. Quindi vorrei dare un segnale: penso che in questi giorni di festività i ragazzi debbano dare una mano in casa e imparare cose nuove: ad esempio a impastare le polpette“.
Apprendimento formale e non formale, insomma. Non soltanto teoria, ma anche e soprattutto pratica. E cosa di meglio per ‘sporcarsi le mani’ dell’imparare a cucinare?
Basta ragazzi chini sulle sudate carte, tu a fare i compiti mentre gli altri addobbano la casa e si divertono.
Ed è specialmente ai genitori e ai ragazzi calabresi che Bussetti lancia un vero e proprio appello: ”Voglio vedere le nuove leve della cucina calabrese all’opera davanti ai fornelli. Il lavoro è tanto: c’è da cucinare per un esercito in ogni famiglia calabrese a Natale. Le cose da apprendere non sono certo poche: parmigiana, pasta al forno, polpettoni, cotolette, per non pensare ai dolci, nacatole, petrali, mostaccioli, crespelle e poi il pesce, calamari e gamberoni. Chi più ne ha più ne metta.”
Lasciate nello zaino libri e quaderni, cari studenti, e di corsa in cucina ad imparare le ricette della tradizione. Impanare, mantecare, impastare, tagliuzzare e, ovviamente, friggere.
“Friggete, friggete tanto. Friggete tutto. Dovrete tornare in classe il 7 gennaio lasciandovi una scia di frittura dietro le spalle!” conclude il Ministro.
Una scelta, però, che divide le famiglie tra chi festeggia per l’arrivo di rinforzi in cucina “così pure non sottraiamo tempo ai fornelli per aiutare i ragazzi a fare i compiti”, e chi legato alle più antiche tradizioni calabresi sentenzia “Non ‘ndi vulimu muccusi in cucina. Chi ‘ndi fannu perdiri sulu tempu!”
Per decretare chi avrà ragione non ci resta che aspettare il pomeriggio del giorno di Natale.