Finalmente il momento che tutti aspettavamo è arrivato.
Finalmente quello che tutti quanti noi calabresi veri e autentici sospettavamo da decenni ha trovato conferma scientifica: “Senza l’Unità d’Italia la Calabria sarebbe probabilmente la regione più ricca del mondo”.
Gongolano i neoborbonici, i briganti e i meridionalisti di ogni ordine e grado: i loro sospetti erano fondati.
Oltre la verità storica incontrovertibile di un sud effettivamente depredato economicamente durante il processo di unificazione nazionale, gli storici e gli economisti del più autorevole giornale economico mondiale hanno finalmente ricostruito come sarebbe stato dopo, se l’Unità d’Italia non si fosse mai verificata.
“Abbiamo ragione di credere che senza le Guerre di Indipendenza e senza Garibaldi, oggi la Calabria sarebbe la regione più ricca del mondo. Quella economicamente e socialmente più avanzata. L’Unità d’Italia, infatti, oltre ad aver lasciato le industrie calabresi senza protezione, ha interrotto un processo di sviluppo virtuoso e potenzialmente infinito”.
“Università, strade in costruzione, un primo abbozzo di alta velocità. In Calabria c’era tutto per stare bene, possiamo affermare che si era 100 anni avanti rispetto agli standard dell’epoca e che l’Unità d’Italia ha paradossalmente riportato la Regione a 200 anni prima”, continua il Financial Times.
“I nostri studi economici comparati dicono che senza quella sciagurata unione, la Calabria sarebbe oggi uno dei poli più avanzati a livello tecnologico e infrastrutturale non solo d’Europa ma del mondo intero. I calabresi sono le vere vittime del New World Order voluto dai Rothschild e dai rettiliani”.
160 anni di sottosviluppo ed emigrazione, dunque, per la quale i calabresi non sono completamente responsabili.
Un vittimismo e una rassegnazione che finalmente hanno motivo di esistere.
Atteggiamenti che diventano da oggi legittimi e legittimati.
“Tutto è partito da là, dalla campagna dei Mille, e dopo è stato un furto dietro l’altro. I politici calabresi hanno provato a impedire questa deriva, anche i cittadini si sono opposti vigorosamente, ma a nulla è servito. La colpa del sottosviluppo meridionale, specie di quello calabrese, è solo di Cavour, Garibaldi e Nino Bixio”, conclude il più famoso giornale inglese.
Possono tirare un sospiro di sollievo, insomma, gli abitanti della bella Calabria. Non è colpa loro il degrado, la disoccupazione e l’inciviltà diffusa. È tutta colpa dei piemontesi.
E la frase ‘Ah, se fossero rimasti i Borboni’, da oggi, oltre alla sua connotazione romantica, assumerà anche un gusto di amarezza e di rimpianto scientificamente dimostrato.