In questi giorni è stata molto condivisa sui social la scultura che ritrae Nello e Patrashe realizzata nella cittadina belga di Antwerpen, nei pressi di Anversa.
Ispirata al racconto Il Cane delle Fiandre del 1872, l’opera vuole rappresentare l’eterno e inscindibile legame tra il cane e il suo padrone.
Bello, bellissimo, tenerissimo. Tutti gli animali domestici, specialmente i cani, rappresentano per l’uomo una forma di legame che da mero rapporto di utilità si è trasformato negli anni in una relazione di compagnia.
Cani, gatti, conigli e maialini che storicamente venivano allevati dall’uomo per la guardia e per la propria sussistenza alimentare, nel tempo sono diventati compagni di vita fedeli e affettuosi.
Ed in Calabria, sulla scia di questo rinnovato sentimento di rispetto, sta per sorgere il primo monumento ispirato all’inscindibile rapporto tra uomo e maiale.
U puarcu! Come è affettuosamente chiamato dagli allevatori calabresi.
Fonte di alimentazione e perché no di compagnia, sono stati tantissimi gli omaggi – tra modi di dire ed eventi – che i calabresi hanno da sempre rivolto al maiale.
“Del maiale non si butta niente”
“Va’ crisci figgji… megghiu purceddi: almenu mangi pi n’nannu!”
Già perché con un maiale, del quale non si buttava – e non si butta – nulla, le famiglie calabresi campavano (vivevano) per un anno. E quando i figli li facevano arrabbiare alzavano gli occhi al cielo ed esclamavano: Vai a crescere figli, meglio maiali, almeno – per l’appunto – mangi per un anno.
Un legame secolare, dunque, fatto di duri mesi di allevamento e infinito rispetto.
Un patto contadino e civile sancito oggi da una statua che nascerà ai piedi dell’Apromonte e che ritrarrà un uomo e il suo immancabile puarcu uniti in un raro gesto di affetto!