È una grande rivoluzione quella che si profila all’orizzonte del fantastico mondo della politica calabrese.
Una vittoria di civiltà e insieme un nuovo strumento democratico concesso a tutti gli elettori dell’ultima regione, geograficamente parlando, della nostra penisola.
I Consiglieri calabresi hanno infatti deciso ieri di mettere la loro firma, all’unanimità, ad una delle leggi che faranno la storia del popolo che amministrano.
“Doppia preferenza, non di genere, ma di…volontà”.
Sì, avete capito bene, dalle prossime tornate elettorali – siano queste regionali o comunali – sarà possibile per ogni calabrese esprimere una doppia preferenza. Per il proprio politico preferito, quello scelto in base al gusto e alle affinità intellettuali o politiche, e per quello che ti è stato imposto (da un amico o da un parente, perché ha promesso un lavoro a tuo figlio o che già ti ha dato un incarico).
“È un colpo al clientelismo dilagante”, gongola un Consigliere di maggioranza.
“Finalmente i calabresi saranno liberi di votare chi vogliono, oggi termina un giogo storico”.
Una vittoria di civiltà, per l’appunto, lo dicevamo.
Un colpo ben assestato a quelle campagne elettorali aggressive fatte di promesse di posti di lavoro e strade asfaltate.
Finisce per sempre l’era del: “Se mi votate tu e tutta a famigghia tua, ti portu cu ‘mmia ‘nta struttura a Regioni”, “Appena ‘nchianu vi sistemamu a fogna”.
Per non parlare delle scelte di voto condizionate dalla candidatura di amici e parenti.
“Alle ultime elezioni comunali c’erano più candidati che elettori”, racconta Luigi, 51enne reggino.
“Solo nella mia famiglia si erano candidati in tre, mio cugino, mio cognato e lo zio di mia moglie. Poi c’era un vicino di casa e due colleghi di lavoro. Non sapiumu comu mi ‘nci spartimu i voti! In famiglia siamo 4, per accontentare tutti abbiamo dovuto fare votare mia mamma dall’ospizio. L’abbiamo presa e l’abbiamo portata di peso in cabina elettorale!”
Scene paradossali cui però i calabresi sono abituati. Tra schiere di candidati fuori dai seggi, anziani trascinati e fatti votare in stile ‘Vacanza col morto’ e pressioni di voto fatte dagli stessi scrutatori.
“Finisce un’epoca”, sentenzia il Consigliere, “dopo 150 anni finalmente i calabresi hanno acquisito il loro diritto di voto!”
Un grande passo avanti, insomma.
Un strumento di democrazia che però i calabresi dovranno utilizzare molto attentamente.
Affinché non diventi un’altra, l’ennesima, arma nelle mani di chi esercita il potere.
“Con due voti potremo votare quello che ci dà il posto e il vicino di casa che sennò se la sente. Per essere veramente liberi dovremmo averne almeno quattro di preferenze”, conclude Luigi.
E probabilmente mai verità, come insegna la saggezza popolare, fu più grande.